La mindfulness ci invita a intraprendere un viaggio di conoscenza e di risveglio, una scoperta o "riscoperta" delle nostre risorse, della capacità di resilienza, della possibilità di prenderci cura di noi stessi, proprio in questo preciso momento di vita. Qualunque evento ci stia accadendo o travolgendo, qualunque motivazione ci muova, qualsiasi sentimento ci animi: curiosità, affetto, disperazione, girotondi incessanti di pensieri, esaurimento di forze o idee…
possiamo regalarci questa occasione straordinaria di comprensione, di crescita, di cura di noi stessi. Passo dopo passo, entriamo delicatamente in un laboratorio di esperienze, che non chiede atti di fede, né di mostrarsi diversi da ciò che possiamo essere, ma che al contrario ci invita ad immergerci profondamente nella nostra esperienza, per come è.
Attraverso le attività proposte nel corso degli incontri – pratiche guidate di consapevolezza, movimenti corporei, inviti alla condivisione di gruppo – esploriamo e alleniamo un particolare modo di prestare attenzione al presente, accorgendoci di ciò che è, momento per momento.
In modo gentile, entriamo in contatto con un sentire smarrito, ma che da sempre ci appartiene.
Sarà proprio questo stare accanto a ciò che è, nell’osservazione dello stato del corpo, della mente e del cuore, a dischiudere una rivoluzionaria possibilità di trasformazione e “guarigione”.
Ricordarci, sentire di essere vivi qui, in questo presente, può apparire scontato, banale, eppure questa capacità spesso è affievolita, smarrita.
Trascorriamo gran parte della nostra esistenza a desiderare di essere altro e altrove, ci perdiamo nella nostalgia e nel rimpianto del passato, ci rifugiamo nella fantasia e nel miraggio del futuro.Così proviamo sempre più un senso di incompletezza: l’assenza dal nostro stesso esistere.
Così perdiamo l’unica possibilità di cui davvero disponiamo: questo momento da vivere.
Attraverso il programma MBSR facciamo esperienza diretta di come le pratiche di consapevolezza che sperimentiamo possano:
*rinsaldarci al momento presente e restituirci un contatto con noi stessi, le nostre emozioni, i nostri schemi abituali di reazione
*aumentare le nostre abilità di prenderci cura delle emozioni e delle relazioni che incontriamo
*donarci maggiore calma, serenità e fiducia
*cambiare le nostre modalità di gestire lo stress e donare maggiore benessere psico-fisico.
Nei quarant’anni trascorsi dall’introduzione del programma MBSR nel Center for Mindfulness, fondato da Jon Kabat-Zinn, la ricerca scientifica ha dimostrato gli importanti benefici apportati nei vari ambiti di applicazione, dalla salute mentale (ansia, panico, regolazione emotiva, depressione, disturbi del sonno e dell’alimentazione, dipendenze, prevenzione della demenza) alla salute fisica (gestione del dolore cronico, gestione dei vari sintomi legati allo stress, malattie cardiovascolari e ipertensione, cancro). Gli stati mentali ed emotivi influenzano la fisiologia corporea. Studi di epigenetica evidenziano come anche l’espressione genetica dei nostri cromosomi possa essere sensibile a questi stati. In particolare gli sviluppi delle neuroscienze e gli studi sulla neuroplasticità dimostrano che l’allenamento della mente e l’incontro con le esperienze va a modificare la struttura del cervello.
Cosa può fare la mindfulness per noi?
A chi si rivolge la mindfulness?
Molti pensano che interessi solo a chi è vegetariano o vegano, a chi non guarda mai la televisione, chi va in bicicletta in città, chi pratica lo yoga o le arti marziali, a chi ha letto Siddharta, a chi fa la spesa da NaturaSì, a chi continua a sognare la California, a chi si emoziona ascoltando “here comes the sun”, a chi usa le Birkenstock, a chi vuole andare lontano “dalla pazza folla”…In realtà le campane della mindfulness suonano in particolare per chi soffre di mal di schiena, per chi si incazza tutti i giorni, per chi mangia troppi cioccolatini, per chi deve essere sempre in forma, per chi sente di non valere nulla, per chi si trova con il fiato in gola, per chi scambia le ore felici con l’happy hour; per chi non ascolta il proprio corpo, per chi pensa che deve sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, per chi aspetta un treno sempre in ritardo, per chi non sa più quello che vuole, per chi pensa di sapere con assoluta certezza quello che vuole, per chi si riposa facendo zapping, per chi porta le scarpe da tennis quando piove, per chi vuole misurare l’intelligenza ignorando l’intelligenza emotiva, per chi cerca soluzioni sempre fuori di sé, per chi continua a ricadere nella depressione, per chi è stressato, per chi non sa cosa sia mindfulness.
Gherardo Amadei.